Il foglio si apre scegliendo l’opzione di menù Analisi|Opzioni di analisi.

Se si scelto il sistema normativo Ntc18 o Ntc08 il foglio Opzioni di Analisi si presenta con quattro sezioni:

  • Statici,
  • Sismici,
  • Pushover,
  • Stato edificio.



  • Parametri Statici

In questa sezione sono contenuti parametri relativi all'analisi per azioni statiche. 

  • Fattore di ripartizione degli scarichi nei nodi
  • Per tener conto dei meccanismi di ridistribuzione del carico fra i setti che si incrociano in un nodo ed ottenere una valutazione più accurata degli scarichi, è stata predisposta una procedura per una ripartizione mediata dello sforzo normale e dei momenti di eccentricità nel nodo di incrocio.
  • L’effetto è importante soprattutto nei casi di mazzette molto ridotte che incrociano muri di forte spessore. In questi casi, trascurare il contributo del nodo può portare ad una valutazione in eccesso dello scarico sulla mazzetta, con conseguenti difficoltà di verifica.
  • La ripartizione è fatta in proporzione alle aree, non di tutto il setto, ma limitatamente ad una fascia collaborante vicina all’incrocio, estesa per due volte lo spessore del setto.
  • La misura della ridistribuzione può essere regolata col fattore di ripartizione variabile fra zero ed uno. Il valore nullo impone l’assenza di ridistribuzione, il valore unitario la piena ridistribuzione.
  • Fattori riduttivi dello scarico variabile per effetto contemporaneità
  • Nella valutazione dello sforzo normale in un setto, è poco probabile che i carichi variabili siano contemporaneamente presenti a tutti i piani nella misura del loro valore massimo nominale, assegnato sui solai. Per tener conto di questo effetto, si possono assegnare dei coefficienti riduttivi per lo scarico accidentale proveniente dal piano immediatamente sovrastante e dello scarico proveniente dai piani superiori.
  • Parzializzazione sezione nella verifica a taglio
  • Di può scegliere se considerare o meno l’effetto riduttivo dovuto alla parzializzazione della sezione nella verifica a taglio secondo il Dm’87.
  • Valori ammessi per il cedimento e la distorsione angolare in fondazione
  • La normativa dispone che per gli stati limite di esercizio vengano valutati i cedimenti e le distorsioni angolari in fondazione (Ntc08/6.4.2.2, Ntc18/6.4.2.2) dovuti all'assestamento del terreno per effetto dei carichi trasmessi dalle fondazioni. I valori delle deformazioni così valutate devono risultare compatibili con la fruibilità dell'opera e con la sicurezza strutturale, controllando che non superino valori di soglia, impostati opportunamente, facendo riferimento a tabelle euristiche di letteratura, come le seguenti riportate di seguito.

  • Valori ammissibili dei cedimenti fondali secondo Sowers (1960)

Per limitare probabili cedimenti differenziali in:

Cedimento massimo ammesso

Strutture in muratura

2.5 – 5.0 cm

Strutture intelaiate

5.0 – 10.0 cm

Ciminiere, silos

7.5 – 30.0 cm


  • Valori ammissibili della distorsione (tan β) secondo Sowers (1960)

Per limitare danni in:

Distorsione massima ammessa

Strutture in muratura ad un piano

0.0010 – 0.0200

Strutture in muratura a più piani

0.0005 – 0.0010

Lesioni di intonaci

0.0010

Telai in c.a.

0.0025 – 0.0040

Pareti di strutture a telaio in c.a.

0.0030

Telai in acciaio

0.0020

Strutture semplici d'acciaio

0.0050

  •  
  • Valori ammissibili della distorsione (tan β) secondo Bjerrum (1962)

Categoria di danno potenziale:

Distorsione massima ammessa

Limite di funzionamento per macchinari sensibili ai cedimenti

1/750

Limite di pericolo per strutture reticolari

1/600

Limite di sicurezza per edifici con fessurazioni non ammesse

1/500

Limite di utilizzo di carri ponte


1/300

Limite di prima fessurazione nei muri di tamponamento

Limite di fessurazioni notevoli nei muri di tamponamento



1/150

Limite di fessurazioni notevoli nei muri portanti in laterizio

Limite di sicurezza per muri portanti in laterizio con L>4h

Limite di probabili danni strutturali in edifici

  • Classe di servizio per legno

Selezionare la classe di servizio che interviene nella definizione dei fattori materiali per elementi in legno, selezionando una fra le seguenti opzioni.

  1. Bassa umidità.
  2. Media umidità,
  3. Alta umidità.
  • Contributo a taglio cuciture attive

Il parametro stabilisce la modalità di calcolo del contributo a taglio dato dalle cuciture attive, selezionando una fra le seguenti opzioni:

  • maglia o+v                in questo caso il contributo è dato dalla somma degli effetti prodotti dalla maglia orizzontale e verticale,
  • solo maglia o        in questo caso il contributo è dato solo da maglia orizzontale (approccio più prudenziale).


  • Parametri Sismici

In questa sezione sono contenuti parametri generali relativi alla modellazione sismica.

  • Coefficiente di smorzamento viscoso equivalente
  • Si tratta del coefficiente di smorzamento viscoso equivalente ξ utilizzato per calcolare il fattore viscoso η nelle espressioni dello spettro di risposta elastico
  • 0.55

  • In genere si assume il valore predefinito ξ = 5% corrispondente ad un fattore viscoso η unitario.
  • Si tenga presente, infatti, che il valore assegnato ha una influenza abbastanza evidente sul risultato della verifica sismica pushover, in quanto aumentando il coefficiente di smorzamento viscoso ξ si riduce il fattore viscoso η nello spettro elastico e le accelerazioni spettrali si riducono in proporzione.
  • Dimensione massima in pianta ed eccentricità addizionale
  • In queste caselle si possono assegnare la dimensione massima e la percentuale da considerare ai fini del calcolo dell'eccentricità addizionale.
  • Ricordiamo che le Ntc08 richiedono di tener conto di una eccentricità addizionale di piano pari ad almeno il 5% della dimensione massima in pianta.
  • Fattori di sicurezza sulle duttilità
  • Le norme indicano i limiti di duttilità per le murature, espressi in rapporto all'altezza di calcolo del setto, secondo la tabella riassuntiva riportata di seguito, tratta dalle disposizioni seguenti:
  • Ntc18/§7.3.6.1, §7.8.2.2, §7.8.3.2, 
  • Ntc08/§7.3.7.2, §7.8.2.2, §7.8.3.2, 
  • Opcm 3471/§4.11.2, §8.2.2, 8.3.2, §11.5.8.



Tipo di muratura

Duttilità limite:

Ordinarie esistenti

Ordinarie nuove

Armate

di danno

0.003 h

0.003 h

0.004 h

ultimo: collasso a taglio

0.004 h

0.004 h

0.006 h

ultimo: collasso a p.flessione

0.006 h

0.008 h

0.012 h


  • Il programma propone nella griglia dei tipi di muratura valori predefiniti dei limiti di duttilità in accordo con le disposizioni di normativa, che l'utente può confermare o variare di sua iniziativa.
  • Sebbene la norma non preveda esplicitamente fattori di sicurezza da applicare ai limiti di duttilità così definiti, il programma consente in questa tabella di esplicitare due coefficienti di sicurezza che hanno l'effetto di ridurre i limiti di duttilità assegnati, per tener conto di possibili effetti sfavorevoli all'estrinsecarsi della duttilità. In presenza di murature degradate, eterogenee, fessurate o comunque già danneggiate, la deformazione potrebbe non evolvere secondo le aspettative, ma concentrarsi in zone ristrette (localizzazione delle deformazioni) o lungo discontinuità esistenti (danneggiamento preesistente). Questi effetti possono accorciare l'escursione plastica del setto e portare a collassi prematuri. Un modo per cautelarsi è quello di assegnare valori maggiori dell'unità ad uno o a entrambi i coefficienti di sicurezza sulle duttilità qui richiesti, in modo da ridurre i valori di calcolo che intervengono nell'analisi pushover.
  • I valori predefiniti sono 1.25 per entrambi i valori, secondo norma possono essere anche impostati al valore unitario che equivale ad assumere nessuna riduzione dei valori limite impostati.
  • Fattore riduzione rigidezze per fessurazione

Il parametro esprime un fattore riduttivo, compreso da 0.5 ad 1.0, da applicare alle rigidezze degli elementi per effetto della fessurazione (indicato in Ntc18/§4.1.1.1, Ntc18/§7.8.1.5,2) :

  • il valore 0.5 corrisponde ad assumere rigidezze pari alla metà di quelle non fessurate,
  • il valore 1.0 corrisponde ad applicare rigidezze pari a quelle non fessurate, ignorando quindi l'effetto riduttivo.

Parametri relativi alla modellazione delle fasce

Nel riquadro sono raggruppati una serie di parametri che si riferiscono alla modellazione della fasce.


Attivazione modellazione fasce

Contrassegnando la casella si attiva la modellazione delle fasce.

Attivazione contributo di resistenza cordolo e architrave

Contrassegnando le caselle si attiva rispettivamente il contributo resistente del cordolo e dell'architrave alla resistenza tagliante e flessionale della fascia.

Valori di riferimento duttilità

L'utente ha qui la possibilità di scegliere il modello di riferimento per la duttilità limite delle fasce, selezionando una delle due seguenti opzioni:

  1. i più recenti studi sperimentali sulle fasce (Beyer, Cattari, Mangalathu e altri), recepiti in CM2019,
  2. le disposizioni relative ai maschi estese per analogia alle fasce, riportate in Ntc2018.

La duttilità ultima della fascia è espressa come deformazione angolare

ϕSLC = uSLC/ln = 0.020        

equivalente al drift delle sezioni estremali delle fascia ovvero della rotazione alla corda data dal rapporto fra lo spostamento al limite di collasso in direzione ortogonale alla luce uSLC e la luce netta della fascia ln .

Per le due opzioni i valori di riferimento sono indicati nel seguente prospetto.

Opzione 1:valori limite della duttilità per fasce da studi sperimentali recenti (Beyer et al.)
  • per meccanismo di crisi a pressoflessione:        CM19/C8.7.1.3.1.1
    ϕSLC = 0.020         in presenza di elemento orizzontale resistente a trazione accoppiato alla fascia 
    ϕSLC = 0,015         negli altri casi                CM19/C8.7.1.3.1.1
  • per meccanismo di crisi a taglio:        
    ϕSLC = 0.015
Opzione 2:valori limite della duttilità per fasce per estensione disposizioni maschi
  • per meccanismo di crisi a pressoflessione:         Ntc18/§7.8.2.2.1
    ϕSLC = 0.010         per muratura ordinaria
    ϕSLC = 0.016         per muratura armata
  • per meccanismo di crisi a taglio:                 Ntc18/§7.8.2.2.2
    ϕSLC = 0.005         per muratura ordinaria
    ϕSLC = 0.008         per muratura armata 
Soglia duttilità di inizio danneggiamento

Il parametro consente di concentrare  distribuire l’effetto del degrado della fascia a partire dalla soglia di duttilità qui assegnata, espressa in rapporto alla soglia di collasso:

il valore 0.05         (valore minimo) distribuisce l'effetto del danneggiamento pressoché sull'intero campo deformativo dell'elemento,

il valore 1.0         concentra l'effetto del danneggiamento solo in prossimità del collasso.

Gli effetti del danneggiamento della fascia consistono in due fenomeni distinti, cumulabili e regolabili:

  • degrado del vincolo rotazionale in testa ai maschi con conseguente calo di resistenza,
  • riduzione della duttilità di collasso dei maschi.
Riduzione valori predefiniti della duttilità di collasso

Questo parametro consente di ridurre i valori predefiniti della duttilità di collasso della fascia, ottenuti secondo i prospetti Opzione 1 e 2 riportati  precedentemente. Si tenga presente che l'effetto riduttivo è rappresentato da valori minori dell'unità e il valore unitario rappresenta nessuna riduzione rispetto ai valori tabellati. 

Riduzione vincolo rotazionale per resistenza fascia

Il parametro consente di modulare il vincolo rotazionale espletato dalla fascia sui due maschi posti ai lati, in funzione della resistenza flessionale esibita dalla fascia. Si tenga presente che l'effetto riduttivo è rappresentato da valori minori dell'unità e il valore unitario rappresenta nessuna riduzione. 

Riduzione vincolo rotazionale per degrado fascia

Il parametro consente di modulare l'effetto di degrado della fascia che si traduce nel degrado del vincolo rotazionale in testa dei maschi posti ai lati della fascia. Si tenga presente che l'effetto riduttivo è rappresentato da valori minori dell'unità e il valore unitario rappresenta nessuna riduzione. 

Riduzione duttilità ultima per degrado fascia

Il parametro consente di modulare l'effetto di degrado della fascia che si traduce nella riduzione della duttilità di collasso dei maschi posti ai lati della fascia. Si tenga presente che l'effetto riduttivo è rappresentato da valori minori dell'unità e il valore unitario rappresenta nessuna riduzione. 

Attivazione delle verifiche in fondazione

Negli edifici esistenti la verifica del sistema fondale non è sempre obbligatoria, la norma infatti dichiara (Ntc18/§8.3) che la verifica del sistema fondale è obbligatoria solo se sussistono condizioni che possano dare luogo a fenomeni di instabilità globale o se si verifica una delle seguenti condizioni:

  • nella costruzione siano presenti importanti dissesti attribuibili a cedimenti delle fondazioni o dissesti della stessa natura si siano prodotti nel passato;
  • siano possibili fenomeni di ribaltamento e/o scorrimento della costruzione per effetto: di condizioni morfologiche sfavorevoli, di modificazioni apportate al profilo del terreno in prossimità delle fondazioni, delle azioni sismiche di progetto;
  • siano possibili fenomeni di liquefazione del terreno di fondazione dovuti alle azioni sismiche di progetto.

Quindi se si sta modellando una struttura esistente e non ricorrano i casi appena specificati è possibile omettere la verifica del sistema fondale, deselezionando la presente casella. 

  • Parametri Pushover

In questa sezione sono contenuti parametri pertinenti all'analisi sismica pushover.

  • Fattore di partecipazione trasversale dei setti
  • Il programma consente di definire il coefficiente di riduzione della resistenza in direzione ortogonale ai setti. Le norme precedenti imponevano espressamente di non tener conto di tale contributo, nelle Ntc08 non si trova un cenno esplicito a questo aspetto di modellazione, per cui potrebbe essere accettabile tener conto di una aliquota (comunque non elevata) della resistenza trasversale fuori piano, sempre che le condizioni della muratura e degli ammorsamenti consentano di giustificare tale posizione.
  • I valori possono variare
  • dal valore 0 che corrisponde a resistenza trasversale nulla (valore a vantaggio di statica).
  • al valore 1 che corrisponde all’intera resistenza trasversale disponibile.
  • Condizioni di raggiungimento degli stati limite
  • Il programma consente di attivare gli stati limite da considerare nella verifica pushover e di definire per essi le condizioni che ne determinano il raggiungimento nel corso dell'analisi: L'attivazione è in realtà eseguita dal programma in base alle indicazioni di normativa (p.C.7.1) in funzione della classe d'uso dell'edificio, come indicato nella seguente tabella, ma se l'utente lo desidera può includere anche gli stati limite non strettamente richiesti, attivando le corrispondenti caselle nella griglia Stati limite: opzioni delle verifiche

  • Stati limiti richiesti per la verifica pushover

Classe d'uso

Stati limiti richiesti


Slo

Sld

Slv

Slc

I agricola



II ordinaria



III importante



IV strategica




  • Vediamo che la verifica al limite di collasso non è strettamente richiesta per gli edifici in muratura, però può essere considerata alternativa alla verifica Slv nel caso di edifici esistenti (Ntc18/§8.3).

  • Vediamo ora di discutere le condizioni che determinano il raggiungimento degli stati limite nel corso di una analisi pushover.
Slo         stato limite di operatività,

       si suppone che lo stato limite sia raggiunto quando si verifica la condizione:

            raggiungimento di uno spostamento relativo d'interpiano pari a 2/3 del valore limite Sld; 

(CM19/§C7.8.1.5.4 e CM19/§C8.7.1.4);

Sld         stato limite di danno,

       si suppone che lo stato limite sia raggiunto quando si verifica una delle due seguenti condizioni:

raggiungimento della massima forza;

raggiungimento di uno spostamento relativo d'interpiano pari al valore limite Sld; 

(CM19/§C7.8.1.5.4);

Slv         stato limite di salvaguardia vita,        

       si suppone che lo stato limite sia raggiunto quando si verifica la condizione che 

       lo spostamento è pari a 3/4 dello spostamento allo SLC (CM19/§C7.8.1.5.4);

Slc         stato limite di collasso,

       si suppone che lo stato limite sia raggiunto quando si verifica una delle due seguenti condizioni: 

riduzione della forza resistente ad una aliquota (max 80%) del valore massimo;

raggiungimento di una prefissata aliquota dello spostamento di collasso (max 75%);

collasso di tutti i maschi murari di un livello in una parete significativa per la sicurezza. 

(CM19/§C7.8.1.5.4);



Slo: raggiungimento duttilità di operatività
Sld: raggiungimento duttilità di danno
  • Per gli stati limite Slo e Sld l'impostazione è automatica e la condizione di raggiungimento dello stato limite viene a dipendere dal valore limite di duttilità dd impostato nei tipi di muratura per Sld, che secondo le indicazioni di normativa (vedi paragrafo precedente) vale:
  • dd = 0-2-0.3% dell'altezza del setto per murature ordinarie,
  • dd = 0-3-0.4% dell'altezza del setto per murature armate.
  • Slv: raggiungimento forza residua
    Slv: raggiungimento spostamento limite
    Slv: raggiungimento numero pareti integralmente collassate

Per lo stato limite Slv è possibile impostare i seguenti valori limiti che decretano il raggiungimento dello stato limite:

  • la percentuale che fissa la forza residua rispetto al valore massimo (valori regolamentari: da 80 al 100%, comunque limitato dal corrispondente valore Slc),
  • la percentuale che fissa lo spostamento limite rispetto al valore di collasso (valore regolamentare: 75%),
  • il numero di pareti integralmente collassate (valore regolamentare: collasso integrale dei setti di un piano per una parete).
  • Slc: raggiungimento forza residua
  • Per lo stato limite Slc è possibile impostare il seguente valore limite che decreta il raggiungimento dello stato limite:
  • la percentuale che fissa la forza residua rispetto al valore massimo  (valori regolamentari: da 80 al 100%).


  • Sintetizzando, abbiamo le seguenti escursioni dei valori di riferimento che definiscono la forza residua:
  • fv fattore di forza residua per Slv 80% ≤ fv ≤ 100%,
  • fc fattore di forza residua per Slc 80% ≤ fc ≤ 100% e comunque fv ≤ fc
  • Nel programma, questi valori possono essere impostati nelle caselle corrispondenti alla forza residua per gli stati limite Slv e Slc.
  • Si tenga presente che valori della forza residua (sia per Slv che per Slc) più alti dell'80% sono da considerare più cautelativi (a vantaggio di statica), in quanto determinano un raggiungimento anticipato dello stato limite e quindi un troncamento in quel punto della capacità di spostamento.
  • Dal punto di vista della sicurezza dovrebbero quindi essere privilegiati fattori più alti, almeno per lo Slv che interviene sempre nelle verifiche richieste. D'altra parte però, può accadere che per altre esigenze, come ad esempio per limitare gli oneri di finanziamento pubblico per la ricostruzione in territori colpiti da sisma, si spinga per adottare fattori più ridotti o i minimi concessi dalla normativa.

  • Per riepilogare è utile fare riferimento alla seguente tabella, in cui sono indicate le condizioni considerate nel corso dell'analisi pushover per il raggiungimento degli stati limite.

  • Condizioni di raggiungimento degli stati limite nell'analisi pushover in Por 2000

Stato limite

Valore di riferimento

Condizione di raggiungimento

Slo

spostamento orizzontale relativo u di un setto

u = dd H 2/3

Sld

spostamento orizzontale relativo u di un setto

u = dd H

Slv

forza residua Fr dell'intera struttura

Fr = fv Fmax

Slc

forza residua Fr dell'intera struttura

Fr = fc Fmax

  • Valore limite del fattore di struttura del sistema bilineare

Questo parametro esprime il valore limite accettabile per il fattore di struttura del sistema bilineare equivalente, definito dal rapporto

qe = fe/ fy

in cui 

fe         è la forza di risposta elastica, 

f        è la forza di snervamento del sistema equivalente.

La normativa impone sul fattore qe le seguenti limitazioni

qe  ≤ 3        secondo Ntc08/§7.8.1.6

qe  ≤ 4        secondo Ntc18/§7.8.1.6


Come si vede dalla figura sopra riportata questa limitazione corrisponde ad una verifica in termini di resistenza, complementare a quella sulla capacità di spostamento: equivale infatti a richiedere che la capacità di termini di forze resistenti (fy) sia maggiore di un valore limite assunto pari a fe/4. Se consideriamo due strutture assoggettate ad azioni sismiche identiche e che presentino la stessa rigidezza elastica Ke, avremmo un identico valore della forza elastica fe per entrambe. A parità di fe, la verifica risulta positiva nella prima che presenta una forza resistente fy maggiore.

  • Forme di distribuzione dell’accelerazione sismica
  • Aprendo la tendina si ha la possibilità di scegliere fra le seguenti opzioni:
  • Costante sull’altezza
  • Lineare sull’altezza
  • Costante e lineare sull’altezza
  • Nei primi due casi l’analisi nonlineare per una data direzione sismica è eseguita solo per la distribuzione selezionata, nel terzo l’analisi è eseguita due volte, applicando prima la distribuzione costante e poi quella lineare.
  • Numero di direzioni angolari per l’azione sismica
  • Il parametro fissa il numero di direzioni angolari su cui far variare l’azione sismica nell’analisi nonlineare. Se ad esempio si fissano 4 direzioni verranno effettuate 4 analisi incrementali al passo separate, per ogni distribuzione dell'accelerazione sismica selezionata, orientando i carichi orizzontali rispettivamente secondo le angolazioni 0°, 90°, 180°, 270° rispetto all’asse X orizzontale.
  • Parametri Stato edificio

In questa sezione sono contenuti parametri che definiscono lo stato strutturale di analisi (nuovo, esistente, rinforzato). 

Per il caso di edificio esistente (ovvero quelli con lo stato strutturale "esistente" o "rinforzato") vengono quindi richiesti una serie di dati riguardanti il tipo di intervento e altri parametri di verifica collegati.

Stato strutturale

In questo campo su seleziona lo stato strutturale, selezionando una delle seguenti opzioni:

  • Nuova costruzione,
  • Stato esistente,
  • Stato rinforzato.

L'informazione verrà utilizzata per attivare o meno alcun procedure di verifica specifiche per tali tipologie.

Tipo d'intervento

Nel caso di edificio esistente, si ha la possibilità in questo campo di specificare il tipo d'intervento da eseguire, selezionando una delle seguenti opzioni:

  • Sola verifica,
  • Riparazione,
  • Miglioramento,
  • Adeguamento.


Nell'intervento di sola verifica l'obiettivo è quello di appurare lo stato di sicurezza dell'edificio nello stato in cui si trova e per il quale non si prevedono interventi successivi di rinforzo. 

Gli interventi di riparazione, miglioramento ed adeguamento sono invece interventi che si prefiggono di migliorare la risposta sismica dell'edificio e vengono normati in Ntc18/§8.4 dove si danno le seguenti definizioni: 

  • gli interventi di riparazione o locali sono interventi che interessano singoli elementi strutturali e che, comunque, non riducono le condizioni di sicurezza preesistenti 
  • gli interventi di miglioramento sono interventi atti ad aumentare la sicurezza strutturale preesistente, senza necessariamente raggiungere i livelli di sicurezza del pieno adeguamento (definiti in Ntc18/§8.4.3);
  • gli interventi di adeguamento sono interventi atti ad aumentare la sicurezza strutturale preesistente, conseguendo i livelli di sicurezza fissati in Ntc18/§8.4.3 (molto simili a quelli richiesti per le nuove costruzioni).


Gli interventi di adeguamento e miglioramento seguono percorsi simili di verifica in quanto richiedono la valutazione della sicurezza anche a livello globale, mentre nel caso della riparazione si prescinde da questo aspetto e ci si limita al confronto del miglioramento conseguito su scala locale, ovvero a livello del singolo elemento.

Livello di conoscenza

Viene richiesto il livello di conoscenza dell'edificio esistente, che verrà utilizzato per inizializzare i fattori di confidenza dei vari materiali dichiarati esistenti, secondo la convenzione indicata dalla norma:

LC1 basso         ovvero livello di conoscenza limitato        fattore di confidenza fc = 1.35

LC2 medio         ovvero livello di conoscenza adeguato        fattore di confidenza fc = 1.20

LC3 alto        ovvero livello di conoscenza accrato        fattore di confidenza fc = 1.00 


  • La norma definisce in dettaglio i livelli di conoscenza in riguardo alla geometria strutturale, ai dettagli costruttivi e alle proprietà dei materiali, come riportato alla tabella seguente che riassume sinteticamente le indicazioni riportate nelle Istruzioni per l'applicazione delle Ntc08 punto C8A.1 e Opcm 3431 punto 11.5.

Livello di conoscenza

Geometria strutturale

Dettagli costruttivi
Verifiche in situ

Proprietà materiali
Indagini in situ

Fattore di confidenza

LC1 limitato

Rilievo in situ

Limitate

Limitate

1.35

LC2 adeguato

Rilievo in situ

Estese ed esaustive

Estese

1.20

LC3 accurato

Rilievo in situ

Estese ed esaustive

Esaustive

1.00


  • Dal livello di conoscenza impostato si ottiene un valore per il fattore di confidenza che viene assegnato in automatico a tutti i tipi di materiali esistenti (non quindi a quelli dichiarati nuovi) presenti nella modellazione. Se ci sono i presupposti, l'utente potrebbe anche differenziare i fattori di confidenza sui singoli materiali, per rispecchiare livelli di conoscenza diversificati per ognuno di essi.

Pulsanti Leggi/Reset

Col pulsante Leggi è possibile aprire un file di modellazione Por, per leggere risultati e fattori di sicurezza da sottoporre a confronto. 

Questa è una operazione richiesta nei procedimenti di controllo basati sul confronto di due stati strutturali di uno stesso edificio (esistente/rinforzato o ante operam/post operam) per valutare il guadagno di sicurezza conseguito. In particolare, l'operazione diventa attivabile nei casi di:

  • Stato rinforzato e intervento di adeguamento,
  • Stato rinforzato e intervento di miglioramento,
  • Stato rinforzato e intervento di riparazione.


In questi casi il file da leggere è quello corrispondente allo Stato esistente, che preventivamente dovrà essere stato salvato con analisi e verifiche eseguite.


Nel caso di intervento di adeguamento o di miglioramento, saranno letti dal file "esistente" i valori dei fattori di sicurezza Ze(E) e delle capacità PgaC(E) che poi verranno mostrate nel Quadro delle condizioni di miglioramento ed adeguamento sismico.



Col pulsante Reset è invece possibile azzerare i valori letti in una precedente fase, nel caso fossero diventati non più significativi. 



Nel caso di intervento di riparazione, saranno letti dal file "esistente" i valori dei parametri di confronto (Nu, Tu, Ft, Ul, Kl) che poi verranno mostrati nella griglia delle Verifiche degli interventi locali in elevazione.



Impostazione dei parametri di controllo degli interventi di riparazione

Nel caso si stia eseguendo un intervento di riparazione viene attivato il riquadro dei parametri di controllo, che permette di attivare/disattivare il controllo dei singoli parametri e di assegnare il range di variabilità ammesso.



Questa è una fase da eseguire nella struttura post operam, operando nel riquadro Riparazione/Intervento locale della tabella delle Opzioni di analisi (nella figura il riquadro è quello cerchiato in celeste). 

In sostanza i parametri richiesti definiscono il range di variabilità che si accetta nella valutazione degli interventi locali in relazione agli aspetti di seguito riportati. 

Si noti che i parametri di verifica sono pre-impostati su valori predefiniti, che derivano da considerazioni di buon senso, piuttosto che da dettagliati riferimenti di normativa. Pertanto , l’utente è libero di accettare tali valori o di impostarli in maniera autonoma.

Resistenza a compressione: 

Detto v = Nupost/Nuante         

essendo Nu lo sforzo normale resistente ultimo complessivo del pannello, si richiede che tale variazione sia maggiore del valore assegnato. Il valore predefinito 1.0 stabilisce che la resistenza dello stato rinforzato sia maggiore di quella preesistente. 

Per il soddisfacimento di questo requisito intervengono i rinforzi di cerchiatura delle aperture, i rinforzi applicati ai paramenti della muratura (affiancamenti, intonaco armato, compositi fibro-rinforzati, cuciture attive, ristilatura armata) e i rinforzi ad iniezioni.

Resistenza a taglio: 

Detto v = Tupost/Tuante         

essendo Tu lo sforzo di taglio resistente ultimo complessivo del pannello, si richiede che tale variazione sia maggiore del valore assegnato. Il valore predefinito 1.0 stabilisce che la resistenza dello stato rinforzato sia maggiore di quella preesistente.

Per il soddisfacimento di questo requisito intervengono i rinforzi di cerchiatura delle aperture, i rinforzi  applicati ai paramenti della muratura (affiancamenti, intonaco armato, compositi fibro-rinforzati, cuciture attive, ristilatura armata) e i rinforzi ad iniezioni.

Resistenza a tiro fuori piano:

Detto v = Ftpost/Ftante         

essendo Ft lo sforzo di tiro resistente prodotto da cordoli e tiranti in testa al pannello, si richiede che tale variazione sia maggiore del valore assegnato. Il valore predefinito 1.0 stabilisce che la resistenza dello stato rinforzato sia maggiore di quella preesistente.

Per il soddisfacimento di questo requisito intervengono i rinforzi costituiti dal rifacimento di cordoli o dall’applicazione di tiranti di piano.

Spostamento ultimo nel piano:

Detto v = Ulpost/Ulante         

essendo Ul lo spostamento ultimo longitudinale del pannello, si richiede che tale variazione sia maggiore del valore assegnato. Il valore predefinito 1.0 stabilisce che la capacità di spostamento dello stato rinforzato sia maggiore di quella preesistente. Per il soddisfacimento di questo requisito intervengono i rinforzi di cerchiatura delle aperture, i rinforzi  applicati ai paramenti della muratura (affiancamenti, intonaco armato, compositi fibro-rinforzati, cuciture attive, ristilatura armata) e i rinforzi ad iniezioni. 

Rigidezza longitudinale: 

Detto v = Klpost/Klante         

essendo Kl la rigidezza traslante longitudinale del pannello, si richiede che tale variazione sia contenuta nel range minimo/massimo assegnato. I valori predefiniti stabiliscono che la rigidezza longitudinale debba collocarsi fra il 95% e il 120% del valore originario.  

Per il soddisfacimento di questo requisito intervengono i rinforzi di cerchiatura delle aperture ed in particolare le dimensioni e il materiale dei ritti, nonché il fattore d’incastro assunto per i ritti stessi, che può variare con continuità dallo schema ideale a cerniera a quello di incastro perfetto. Il valore è inoltre influenzato anche dai rinforzi applicati ai paramenti della muratura (in particolare affiancamenti ed  intonaco armato) e in qualche misura dall’incremento dei moduli elastici dovuti ad iniezioni.

Impostazione dei parametri di controllo degli interventi di miglioramento e adeguamento

Nel caso si stia eseguendo un intervento di miglioramento o di adeguamento sismico vengono rispettivamente attivati i parametri:

  • Per il miglioramento: 
    Incremento minimo del fattore di sicurezza ςE , 
    Fattore di sicurezza minimo ςE .
  • Per l'adeguamento: 
    Fattore di sicurezza minimo ςE .



I valori sono inizializzati di default secondo le disposizioni della normativa (Ntc18/§8.4.1, §8.4.2, §8.4.3), ma è anche prevista l'assegnazione diretta da parte del progettista, nel caso volesse adottare valori di maggiore sicurezza.

Una sintesi delle disposizioni di normativa al riguardo è data nella tabella riportata in Interventi di adeguamento/miglioramento