Una volta che la rete risulti definita in tutte le sue parti e il controllo dati non ha rilevato errori di modellazione, si può passare alla fase successiva che è quella di analisi. L'esecuzione dell'analisi porta alla determinazione del carico piezometrico sui nodi e delle portate percorrenti i rami, utilizzando un algoritmo iterativo autoadattativo alla Newton-Raphson con iterazione alla Riks, molto efficiente per problemi di analisi nonlineare come nel caso di cui si tratta.

Informazioni sintetiche sui risultati ottenuti dall'analisi possono ricavarsi dalla vista dei profili altimetrici, che riporta l'andamento della piezometrica sui percorsi scelti, o dalle mappe di impegno, per una verifica mirata su grandezze caratteristiche come le portate e le velocità nei rami o il carico piezometrico nei nodi. Informazioni più estese possono naturalmente ottenersi dai preview o dalla stampa del tabulato.

Il quadro delle verifiche

In linea generale, i valori limiti dei parametri idraulici che definiscono il range di accettabilità dipendono dalla particolare applicazione che si sta modellando. 


Nel caso di un acquedotto, la principale verifica da soddisfare è quella del carico minimo nei nodi, che deve risultare non minore di 5 m di colonna d'acqua, in condizioni di esercizio, anche in conseguenza di qualsivoglia manovra di emergenza (DPR 24/05/98/§2.2.3.1). Altre verifiche legate essenzialmente a problematiche tecnologiche potrebbero riguardare il carico piezometrico massimo, funzione della classe di resistenza alla pressione interna delle tubazioni utilizzate, e le velocità minime e massime di flusso.

Nelle "Linee guida per la redazione dei progetti di acquedotti" pubblicate dal Gruppo Acea si trovano utili riferimenti:

la pendenza p delle tubazioni dovrebbe rispettare le seguenti condizioni (§6.2.4):

p 0.2% nei tratti ascendenti,

p 0.4% nei tratti discendenti,

la velocità minima vmin e massima vmax in condotta dovrebbero rispettare le seguenti condizioni (§6.2.4):

vmin 0.4 m/s,

vmax 2.0 m/s.

Inoltre al § 6.3 viene trattata l'aspetto del dimensionamento idraulico che porta alla stima delle portate di progetto in base al numero di abitanti da servire ed alla  e la dotazione idrica giornaliera,  [l/(abitante∙giorno)], definita secondo la normativa di riferimento vigente, ad esempio il Piano Regolatore Generale degli Acquedotti approvato dai vari governi regionali. 


Nel caso di un impianto antincendio, le condizioni di verifica riguardano gli erogatori per i quali si dovrà garantire una pressione e una portata spillata minima di esercizio, per i vari scenari di funzionamento significativi per la rete: con dispositivi attivi in zone favorite e sfavorite. In questo caso i riferimenti si ritrovano nella normativa tecnica, costitiuta dal Decreto impianti DM 20 dicembre 2012, dalla norma Uni 10779 per le reti di idranti, dalla norma Uni 12845 per gli impianti a sprinkler.


In base a questi criteri, nel programma è stata predisposta una griglia di verifica, che consente di inserire i valori limiti massimi e minimi per l'altezza piezometrica e la velocità di flusso e di ottenere l'esito delle verifiche:

HLmin < Hnodo < HLmax

VLmin < Vramo < VLmax

Riesecuzione dell'analisi

Con gli attuali elaboratori elettronici che supportano l’ambiente Windows, il tempo utilizzato per l’esecuzione dell’analisi è in genere dell’ordine del secondo, anche per reti di grosse dimensioni. Valutare i risultati e capire quali interventi siano necessari per migliorare il funzionamento della rete è invece un processo che, se non adeguatamente supportato dal programma, potrebbe risultare non immediato. Hydronet offre forme di lettura sintetica dei risultati, in forma grafica, che aiutano l'utente ad individuare eventuali carenze e a porvi rimedio. Nelle griglie dei risultati è possibilie ordinare le colonne in ordine crescente o decrescente del valore visualizzato (ad esempio velocità nei rami o pressione nei nodi ect). Per esempio, è facilissimo individuare i rami con le perdite di carico maggiori, esaminando le mappe di impegno per la cadente e per le perdite. Una volta individuate le zone da ridimensionare, si possono applicare le modifiche con l’input grafico o digitandole direttamente nelle griglie.

Applicando le modifiche, il programma riconosce che il modello è cambiato e provvede in automatico ad annullare l'analisi precedente. Al termine delle modifiche, si può rieseguire l'analisi e valutarne gli esiti. Si può seguire questo schema di lavoro fino a pervenire ad un dimensionamento d'insieme ottimale sulla base delle esigenze particolari.

Inoltre è possibile annullare e ripristinare le modifiche dei dati con le utili funzioni di UNDO/REDO.