La schematizzazione di questa situazione si può conseguire

  • con parete: definendo i due montanti di estremità e una trave corrispondente su cui si assegna lo spessore della parete sottostante;
  • con due pilastri affiancati: facendo crescere la sezione dei due pilastri di estremità fino a riempire completamente la luce e assegnando comunque una sezione non nulla alla trave compresa fra di essi.
  • con un unico pilastro: disassando poi le travi incidenti, consigliabile per dimensioni contenute dei disassamenti.

Nel primo caso, assegnando opportunamente le sezioni dei pilastri di estremità si ottiene una armatura dell’insieme con infittimenti nelle zone laterali, rappresentate dai pilastri.

Nel secondo caso l’armatura della parete si ottiene come assemblaggio dell’armatura dei due pilastri di cui risulta composta. Per una corretta modellazione, si raccomanda di definire una trave di sezione non nulla tra i due pilastri, in modo che essi possano essere collegati con un elemento infinitamente rigido a flessione e a taglio, capace di ricostruire la monoliticità della parete.


               


Sia che si scelga la schematizzazione col pannello intermedio che quella più laboriosa dei due o più pilastri allineati uniti da travi non nulle la modellazione è corretta. In particolare, le travi ortogonali alla parete risulteranno appartenenti a due telai distinti e non c’è continuità dei momenti in corrispondenza del pilastro intermedio. La modellazione con il pannello sotto la trave è comunque più semplice e consente di simulare più agevolmente la concentrazione di sforzi in corrispondenza dell'attacco trave ortogonale parete.